Fatta erigere nel 1760 da Tommaso Giunipero, ultimo residente nel palazzo nobiliare di Corteranzo, rappresenta un singolare esempio del tardo barocco piemontese. Sorge solitaria e leggiadra fuori dall’abitato e risulta caratteristica per la sua forma a pagoda, così dissimile dagli stili tradizionali. L’incarico per il progetto fu affidato allo studio del Juvarra di Torino e, venne poi realizzato, dall’architetto Bernardo Vittone. Molto particolare la facciata, in cotto come l’intera struttura, risulta leggermente concava, quasi ad invitare il visitatore ad entrare, offrendo altresì un effetto cromatico altamente suggestivo. All’interno, una scura cornice divide la parte sottostante dal quella in alto. Nella visione de mondo vittoriana, la luce è impronta di Dio, marchio di eternità. La cornice rappresenta un elemento di transizione tra l’ambito terreno e lo spazio Celeste di appartenenza Divina. La parte più ingegnosa è la cupola costituita da sei archi incrociati a stella esagonale. I piedi degli archi posano su piedistalli addossati al basso tamburo. Tra gli archi vi sono 6 finestre rotonde. L’incrocio dei sei archi della cupola, forma alla sommità, un esagono che è la base della lanterna visibile dal basso formata, a sua volta, da un prisma esagonale con semplici finestre e coperta da una volta ad ombrello.
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