Sono molto sorpreso di scoprire che ci sono persone con passioni fuori dall'ordinario. Nel sito Araldica Civica è comparso persino lo stemma di Corteranzo, dove ho appreso informazioni un po' discordanti dalla famosa storia dei Ranzi, nobili "fruttivendoli" di Vercelli. Dice il sito: "Corteranzo, già comune autonomo, è stato soppresso nel 1928 e aggregato a Murisengo, erede di un’antica Corte di proprietà di un possidente germanico di nome Ranzo (Rheinz)."
Sorprendente: saltano fuori anche famiglie imperiali tedesche, per altro provate dall'aquila.
Corteranzo aveva infatti un proprio stemma , col blasone: “D’argento alla pianta di ginepro al naturale terrazzata di verde, con il capo d’oro all’aquila di nero, coronata dello stesso, sostenuto dalla fascia d’azzurro a tre stelle d’oro”.
La pianta di Ginepro invece è un chiaro riferimento ai Giunipero di Corteranzo.
In un articolo de "Il Monferrato" http://www.ilmonferrato.it/articolo.php?ARTUUID=94D313AF-01ED-450B-B079-A98F7B8D4DAF&MUUID=FDF44FA1-95F0-4FD5-B272-F77AAC456B45 si narra:
Infeudati di Corteranzo nel 1112, gli antichi signori di Robella ebbero conferma del possesso feudale dal marchese di Monferrato, Bonifacio III Paleologo, il 14 aprile 1483 nella persona di Enrico Giunipero. L'antica famiglia è ricordata nella principale raccolta araldica delle famiglie monferrine, il settecentesco "Blasonario Casalese", con il cognome latino "de Juniperis" e la variante nello stemma del destrocherio che regge un arboscello.
E' ormai certa la loro presenza nella vicenda costruttiva dello splendido tempietto a pagoda di San Luigi Gonzaga, edificato da Bernardo Antonio Vittone (Torino 1705-1770) intorno alla metà del Settecento, pare, con un lascito del vassallo Carlo Tommaso Giunipero, fratello dell'abate Antonio e figlio di Vittorio Bonifacio.
Quest'ultimo aveva già ottenuto dai Canonici lateranensi di Crea il patronato della cappella sotto il titolo del "Riposo di Sant'Eusebio", fabbricata come segno tangibile della sosta del vescovo Eusebio con la statua della Vergine di fronte alla fenditura miracolosamente apertasi nel dirupo che gli ostruiva il passo. Si legge infatti nell'unico documento che conosciamo sul trasferimento dei diritti, il testamento datato 30 marzo 1725, che l'illustrissimo signor Vittorio Bonifacio Giunipero di Corteranzo faceva obbligo ai "figli ed eredi universali a tenere in buono stato e decoro" la cappella del Riposo invitandoli, qualora non fossero più in grado di mantenerla decorosamente, "a rinunziarla ad altri che meglio la possino sostenere".
In ogni caso, vuol dire che la fondazione del paese è avvenuta intorno al 1100 e che i Giunipero erano già signori di Robella.
Sorprendente: saltano fuori anche famiglie imperiali tedesche, per altro provate dall'aquila.
Corteranzo aveva infatti un proprio stemma , col blasone: “D’argento alla pianta di ginepro al naturale terrazzata di verde, con il capo d’oro all’aquila di nero, coronata dello stesso, sostenuto dalla fascia d’azzurro a tre stelle d’oro”.
La pianta di Ginepro invece è un chiaro riferimento ai Giunipero di Corteranzo.
In un articolo de "Il Monferrato" http://www.ilmonferrato.it/articolo.php?ARTUUID=94D313AF-01ED-450B-B079-A98F7B8D4DAF&MUUID=FDF44FA1-95F0-4FD5-B272-F77AAC456B45 si narra:
Infeudati di Corteranzo nel 1112, gli antichi signori di Robella ebbero conferma del possesso feudale dal marchese di Monferrato, Bonifacio III Paleologo, il 14 aprile 1483 nella persona di Enrico Giunipero. L'antica famiglia è ricordata nella principale raccolta araldica delle famiglie monferrine, il settecentesco "Blasonario Casalese", con il cognome latino "de Juniperis" e la variante nello stemma del destrocherio che regge un arboscello.
E' ormai certa la loro presenza nella vicenda costruttiva dello splendido tempietto a pagoda di San Luigi Gonzaga, edificato da Bernardo Antonio Vittone (Torino 1705-1770) intorno alla metà del Settecento, pare, con un lascito del vassallo Carlo Tommaso Giunipero, fratello dell'abate Antonio e figlio di Vittorio Bonifacio.
Quest'ultimo aveva già ottenuto dai Canonici lateranensi di Crea il patronato della cappella sotto il titolo del "Riposo di Sant'Eusebio", fabbricata come segno tangibile della sosta del vescovo Eusebio con la statua della Vergine di fronte alla fenditura miracolosamente apertasi nel dirupo che gli ostruiva il passo. Si legge infatti nell'unico documento che conosciamo sul trasferimento dei diritti, il testamento datato 30 marzo 1725, che l'illustrissimo signor Vittorio Bonifacio Giunipero di Corteranzo faceva obbligo ai "figli ed eredi universali a tenere in buono stato e decoro" la cappella del Riposo invitandoli, qualora non fossero più in grado di mantenerla decorosamente, "a rinunziarla ad altri che meglio la possino sostenere".
In ogni caso, vuol dire che la fondazione del paese è avvenuta intorno al 1100 e che i Giunipero erano già signori di Robella.
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