Avrei voluto fare una raccolta più ampia, ma credo che sarà un modesto hobby scovare altre immagini.
Parto ovviamente da casa: la parte alta, ricovero per attrezzi, fu edificato tra le due guerre, sul bastioen di contenimento più antico, come si vede nella foto in basso: lo stile di costruzione, con mattoni chiari con una fila di mattoni scuri, è identico alla casa di Ezio Calvo, datata con certezza 1742, grazie ad una data rinvenuta su un mattone. I fori di areazione sono il nido di biscie, ma anche di una civetta, disturbata questa estate durante i lavoro di restauro della mura più recente.
Questo muro invece è di una cappellina del cimitero, risalente al 1838. Le condizioni sono purtroppo assai malandate, ma il nostro sindaco ci ha assicurato che saranno restaurati ed ampliati, sia il cimitero di Corteranzo sia quello di Murisengo, così da portarci definitivamente mio papà, a guardare le "famose montagne del Piemonte", che non mancava mai di citare nei suoi ricordi di militare a Casale e a Chivasso.
Le modalità costruttive si sono di gran lunga evolute e diventate più compatibili con l'ambiente. Questo è lo spettacolare muro di contenimento del giardino di Ezio, realizzato con traversine ferroviarie di recupero. Di gran lunga più ecologiche e stabili dei lavori malfatti con calce e mattone, di cui la mia mura è un campione formidabile.
Queste erano le miserande condizioni della mura nel 2010. Nei primi anni '80, per dare un po' di decoro alla mura - costruita nel dopoguerra con materiali di risulta per contenere la ripa che digradava sulla strada - il nonno Alfredo la intonacò con il cemento grezzo. Purtroppo questo materiale non traspirava e l'acqua trattenuta e gelata un inverno dopo l'altro, la mura si gonfiò in diversi punti e andò in rovina, spaccando progressivamente tutti i mattoni che rimanevano attaccati al cemento caduto in strada.
Questa estate abbiamo quindi proceduto a trattarla con calce traspirante, creando questa superficie grezza, un po' disomogenea, ma che una volta pitturata del rosa della casa, potrà rimanere lì parecchi anni e - forse - Francesco e Cecilia, nella loro vecchiaia, dovranno intervenire. Io spero proprio di no.
I muri più vecchi di questo paese sono lì da 400 anni e di problemi ne hanno avuti pochi. Speriamo di fare bene, come avrebbe voluto la lungimirante saggezza costruttiva e perduta dei nostri antichi predecessori.
Parto ovviamente da casa: la parte alta, ricovero per attrezzi, fu edificato tra le due guerre, sul bastioen di contenimento più antico, come si vede nella foto in basso: lo stile di costruzione, con mattoni chiari con una fila di mattoni scuri, è identico alla casa di Ezio Calvo, datata con certezza 1742, grazie ad una data rinvenuta su un mattone. I fori di areazione sono il nido di biscie, ma anche di una civetta, disturbata questa estate durante i lavoro di restauro della mura più recente.
Questo muro invece è di una cappellina del cimitero, risalente al 1838. Le condizioni sono purtroppo assai malandate, ma il nostro sindaco ci ha assicurato che saranno restaurati ed ampliati, sia il cimitero di Corteranzo sia quello di Murisengo, così da portarci definitivamente mio papà, a guardare le "famose montagne del Piemonte", che non mancava mai di citare nei suoi ricordi di militare a Casale e a Chivasso.
Le modalità costruttive si sono di gran lunga evolute e diventate più compatibili con l'ambiente. Questo è lo spettacolare muro di contenimento del giardino di Ezio, realizzato con traversine ferroviarie di recupero. Di gran lunga più ecologiche e stabili dei lavori malfatti con calce e mattone, di cui la mia mura è un campione formidabile.
Queste erano le miserande condizioni della mura nel 2010. Nei primi anni '80, per dare un po' di decoro alla mura - costruita nel dopoguerra con materiali di risulta per contenere la ripa che digradava sulla strada - il nonno Alfredo la intonacò con il cemento grezzo. Purtroppo questo materiale non traspirava e l'acqua trattenuta e gelata un inverno dopo l'altro, la mura si gonfiò in diversi punti e andò in rovina, spaccando progressivamente tutti i mattoni che rimanevano attaccati al cemento caduto in strada.
Questa estate abbiamo quindi proceduto a trattarla con calce traspirante, creando questa superficie grezza, un po' disomogenea, ma che una volta pitturata del rosa della casa, potrà rimanere lì parecchi anni e - forse - Francesco e Cecilia, nella loro vecchiaia, dovranno intervenire. Io spero proprio di no.
I muri più vecchi di questo paese sono lì da 400 anni e di problemi ne hanno avuti pochi. Speriamo di fare bene, come avrebbe voluto la lungimirante saggezza costruttiva e perduta dei nostri antichi predecessori.
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