Se guardate in fondo, dietro al carrettino nella foto di destra, si vede una bigoncia, un "arbo". Ancora in uso qua o là, un tempo era adoperata per l'ammasso dell'uva vendemmiata ed il suo trasporto con i buoi fino all'aia o alla cantina. Era fabbricata con grandi tavole di pioppo tenute insieme con chiodi cavicchi e vitoni rinforzati da chiavi a dado (b). Le due grandi assi formanti i fianchi superiori erano un tanto più lunghe per offrire quattro appigli (c). In centro al contenitore vi era una terza chiave mobile (a) ad aggancio, avente lo scopo di evitarne lo spancio a pieno carico. La pigiatura delle uve a volte si faceva dentro questo apposito attrezzo.Gli uomini e per divertimento anche i bambini (quanti ricordi), pigiavano le uve il cui mosto veniva raccolto attraverso la Spina dopo aver rimosso lo Zaffo (d) di legno piantato avvolto in un pezzo di canavaccio.
Camillo Calvo aveva un carretto di legno, fatto apposta per portare gli Arbi come si vede nella foto in bianco e nero a destra. Per errore, Rosemma lo aveva dato a un rigattiere. Lo stesso rigattiere ha fatto l'errore di vantarsene con Rino che lo ha persuaso, non sappiamo come, a restituirlo. Quindi siamo orgogliosi di riavere il nostro vecchio e malandato carro che, però, sarà tra i primi oggetti restaurati.
Mio papà, con un soffio di fiato, ha detto "le cose amate non si perdono mai, tornano sempre a casa". Verissimo. Grazie ancora, Rino.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi commentare, se vuoi