Un tempo si usava maturare i formaggi nei “crutin”, piccole cantine scavate nel tufo dove le forme venivano appese alla volta con una cordicella per dare loro aria, ma soprattutto per salvaguardarle dai roditori.
Chi l'avrebbe mai detto, è saltato fuori anche questo. Dove una volta c'era la caldaia, nel sottoscala, una botola si apriva su un antro non più profondo di un metro, pieno di ghiaia a di rottami.
Ma Rino, che è paziente e davanti a queste cose ha uno spirito da Indiana Jones, lo ha fatto svuotare e pulire, con questo risultato:
Particolarmente inquietante è la porta chiusa con mattoni vuoti in direzione est che è visibile nella prima foto: a cosa serviva? Il primo pensiero che ho fatto è stato per Alfredo: il figlio di Camillo Calvo, fittavolo del parroco ai tempi della guerra, era in età da militare nel 1944. Il Monferrato era battuto continuamente dai Repubblichini e Corteranzo era passata di mano ai partigiani e ai tedeschi tre volte, quindi il rischio di essere rastrellato e spedito in Germania era altissimo. Per non parlare dell'episodio di Villa Adeati, in cui i tedeschi avevano impietosamente fucilato 10 civili per vendetta di un brutto e isolato atto di guerrigilia. A mio parere il crutin era un possibile rifugio e la porticina o la nicchia, dietro uno scaffale, avrebbe consentito l'occultamento di persone o di armi (intendo dire lo schioppo, non armi militari). Poveri Calvo, quanti brutti episodi li hanno colpiti in quel periodo: hanno perso la moto (requisita), soldi (ricatto su Alfredo), un manzo (requisito), il tetto della casa nell'incendio appiccato dai tedeschi.
Ultimo dettaglio da notare è la condensa sul soffitto. I lavori di posa del massetto hanno messo in circolo tanta umidità che si è raccolta in gocce ben visibili. Sto pensando come fare a levarla.
Chi l'avrebbe mai detto, è saltato fuori anche questo. Dove una volta c'era la caldaia, nel sottoscala, una botola si apriva su un antro non più profondo di un metro, pieno di ghiaia a di rottami.
Ma Rino, che è paziente e davanti a queste cose ha uno spirito da Indiana Jones, lo ha fatto svuotare e pulire, con questo risultato:
Il crutin sarà alto 1,8 m, lungo quanto il sottoscala. La parete è tutta scavata dal piccone e dotata di piccole nicchie quadrate: una è ben visibile qua sotto in basso a destra.
Lo scopo delle nicchie era fare da superficie d'appoggio per le bottiglie di vino.Particolarmente inquietante è la porta chiusa con mattoni vuoti in direzione est che è visibile nella prima foto: a cosa serviva? Il primo pensiero che ho fatto è stato per Alfredo: il figlio di Camillo Calvo, fittavolo del parroco ai tempi della guerra, era in età da militare nel 1944. Il Monferrato era battuto continuamente dai Repubblichini e Corteranzo era passata di mano ai partigiani e ai tedeschi tre volte, quindi il rischio di essere rastrellato e spedito in Germania era altissimo. Per non parlare dell'episodio di Villa Adeati, in cui i tedeschi avevano impietosamente fucilato 10 civili per vendetta di un brutto e isolato atto di guerrigilia. A mio parere il crutin era un possibile rifugio e la porticina o la nicchia, dietro uno scaffale, avrebbe consentito l'occultamento di persone o di armi (intendo dire lo schioppo, non armi militari). Poveri Calvo, quanti brutti episodi li hanno colpiti in quel periodo: hanno perso la moto (requisita), soldi (ricatto su Alfredo), un manzo (requisito), il tetto della casa nell'incendio appiccato dai tedeschi.
Ultimo dettaglio da notare è la condensa sul soffitto. I lavori di posa del massetto hanno messo in circolo tanta umidità che si è raccolta in gocce ben visibili. Sto pensando come fare a levarla.
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