Raccolta dei documenti della ristrutturazione

Il blog per raccogliere la storia della ristrutturazione della "Cà d'la Lunga" a Corteranzo, con foto, idee e documenti utili per chiarire cosa vogliamo realizzare.

domenica 5 maggio 2013

2. Il Conte



Pensava, il Conte. Pensava forte e con ingegno sano e pratico: leggeva testi di agronomia. Giovanni Battista Croce "Della eccellenza e diversità dei vini che nella Montagna di Torino si fanno e del modo di farli", ma soprattutto gli inglesi, come Sir Richard Weston “A discourse of husbandrie used in Brabant and Flanders” che gli rivelava i segreti della rotazione delle colture, il metodo Portland, gli aratri di ferro. E naturalmente Columella e Jean Liebault, suo umanistico commentatore e il suo contemporaneo Abate Montelatici, fondatore della Accademia dei Georgofili. “Ah, verrà un giorno che la terra darà ricchezza e renderà come un banco di cambio” Si fregava le mani, goduto … perché guardava con indubbio interesse al reddito della sua terra, ma si inteneriva a vedere seminare, si inorgogliva a vedere come il trifoglio ingrassava il terreno a beneficio del frumento, si commuoveva di fronte al viola color del lino che cresceva ricco a fondo valle con la canapa. Il lino - “linum u-si-ta-tissimum!”, ne scandiva il nome fonte della sua ricchezza - si inchinava sotto il vento di maggio a fondo della valle Cerrina, ad entrambi i lati dello Stura, disegnando onde di un mare liliaceo. Coltura per la produzione di fibre tessili: vendeva a Torino il lino e a Genova la canapa, per le sartie e le vele dei vascelli.
E gran parte di quella ricchezza il Conte impegnava, profondeva con entusiasmo nella realizzazione di nuove vigne. Non vite maritata al gelso, mirabile simbiosi, ma vite avvinghiata a pali e pergole, con infinto lavoro di pazienza da lui stesso inventato, con pali di castagno.
E spendeva in libri: aveva appena ricevuto dopo molti mesi una copia preziosissima della “Metamorphosis insectorum Surinamensium” di Maria Sybilla Merian, che studiava per ore, seguendo con il grosso dito i dettagli infinitesimi dei fiori e degli insetti. “Cosa è mai la natura”, mormorava tra sé pensando alle Americhe lontane.
Ma tutto il suo pensiero era dedicato a come fare crescere il contado “Il lume della ragione dovrà ben  inondare questa terra benedetta del Monferrato”, mentre Re Carlo Emanuele rischiava l’osso del collo del regno di Sardegna sotto la minaccia dei francesi, per compiacere all’imperatrice Maria Teresa in un rischioso gioco di equilibrio tra le grandi potenze.
Accadeva proprio in quei lunghi giorni di inizio luglio, in quei giorni asciutti, dal cielo limpido, solcato da nubi sottili, con tramonti struggenti verso il Monviso, grande piramide d’occidente, stagliata contro l’occaso rosso e viola e arancione. 
(segue)

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