Raccolta dei documenti della ristrutturazione

Il blog per raccogliere la storia della ristrutturazione della "Cà d'la Lunga" a Corteranzo, con foto, idee e documenti utili per chiarire cosa vogliamo realizzare.

domenica 12 maggio 2013

8. Il Borgo

Allegria!
Contadini e buoi, muratori, cavalli e cavallanti si affollavano sul tratturo, scappellandosi e inchinandosi davanti al loro signore, se non amatissimo per il suo brutto carattere, rispettato e oggetto di molte speranze per il benessere del villaggio. Tutto il loro orizzonte di vita.

Un orizzonte apparentemente angusto, un paesino, un piccolo agglomerato di case insignificante, posto sopra un vallo della Val Cerrina. Il Dizionario corografico deli Stati Sardi lo avrebbe descritto così “Corteranzo, comune del mandamento di Montiglio da cui dista un’ora e mezzo, popolazione 227. Sta sulla vetta di un alto colle, alla sinistra dello Stura, il territorio produce cereali e uve abbondanti. Questa terra e il suo castello fecero parte dell’antico contado di Vercelli”. Un secolo dopo la costruzione di San Luigi, il Casalis avrebbe scritto: “Sta sulla vetta di un alto colle in distanza di sedici miglia a ponente da Casale tra il Po e lo Stura orientale ed alla sinistra di quest’ultimo fiume. Le vie che scorgono all’elevato colle, sulla cui cima sorge questo paese, e quelle che di qua mettono ad Odalengo grande ad Odalengo piccolo, e ad altri circonvicini villaggi, sono praticate con qualche difficoltà nell’invernale stagione. Il territorio produce in discreta quantità fromento, granturco, marzuoli ed uve in abbondanza. ll vino vi riesce per lo più assai buono e vendesi principalmente nelle città di Torino e Vercelli. I terrazzani mantengono tanto bestiame bovino quanto è necessario a far prosperare l’agricoltura. La parrocchiale con titolo di rettoria fu dedicata a S Martino. Degno di qualche riguardo è un tempietto, che vedesi alla distanza di cento metri dall’abitato, è sotto l’invocazione di San Luigi Gonzaga … gli abitanti sono robusti, affaticanti e pacifici”. E infatti i robusti e pacifici abitanti si affaticavano per il loro signore nella costruzione del tempietto, lungo quel sentiero.
Dopo qualche decina di metri, sotto la cima della collina alla base di San Martino, dove una volta c’erano le rovine della torre del castello medievale, piegarono a sinistra per la strada principale, ripercorrendo l’anello dell’antico recinto murale.

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